martedì 9 dicembre 2008

Facebook?

L'altro ieri per capire cosa e' mi sono iscritto a facebook.
Ieri sera mi sono imbattuto :
in questo articolo

A questo punto ho forti dubbi...

sabato 22 novembre 2008

Un funerale, il freddo


C'era tanta gente oggi pomeriggio al funerale. Ce n'era cosi' tanta da non starci tutta in chiesa. Ed allora hanno aperto la parete scorrevole. Quella che aprono, di solito, solo d'estate, un po' perche' d'estate e' caldo, un po' perche' solo d'estate nel mio quartiere c'e' cosi' tanta gente che va a messa da riempire quella chiesa altrimenti enorme.
Si' perche' qua, in questo posto della riviera, si vive nella schizofrenia del sovrapopolamento estivo e del deserto dei mesi invernali.
Non dico dei mesi freddi: ormai il vero freddo non arriva mai, davvero. Eppure oggi pomeriggio, un po' per i nuvoloni neri un po' per il vento, forse un po' anche per il silenzio di tutta quella gente, il freddo dei novembre di una volta, mi sembrava che fosse tornato.
Io non ti conoscevo bene, anzi appena. Era una di quelle conoscenze di vista, di citta', di quelle superficialissime, da non arrivare nemmeno allo scambio di un saluto quando ci si incontrava occasionalmente. Ma ti avevo visto abbastanza spesso da sapere che di mestire facevi la albergatrice, chi era tuo marito e che avevate un cane lupo. Abitavi qua vicino in una viuzza che ho percorso tante volte, sin da bambino, quando andavo a trovare i miei nonni. Il resto su di te lo ho appreso dai giornali. Dopo.
E ti ho visto anche quella mattina, pochi minuti prima che tuo marito ti ammazzasse a fucilate.
Ero sceso al bar di sotto per comprare del latte. Sei arrivata con il viso scuro, triste. Si capiva che c'era qualcosa che non andava e tu hai mormorato una frase, alla barista, dicendo che era un momentaccio o qualcosa del genere.
Io ho trovato naturale pagare il latte ed andarmene. In fondo non eravamo amici, nemmeno ci si salutava.
Oggi alla luce di quello che e' successo sento una specie di rimorso. Avrei potuto fare qualcosa per modificare il corso del destino? Mi e' venuto in mente questo pensiero non perche' abbia normalmente paranoie auto-colpevoliste o manie di protagonismo, ma perche' proprio davanti a casa nostra abita la Maria. Cosa c'entra la Maria?
La Maria e' una signora anziana, una vecchia cattolichina, di quelle che sono capaci di fermarti e ti raccontano cose, ti fanno domande e soprattutto ti salutano sempre anche se ti conoscono appena. Ora si puo' essere indotti a pensare che le persone anziane tipo la Maria, siano delle persone invadenti, impiccione, talvolta anche rompiballe. Si potrebbe anche liquidarle attribuendo il loro comportamento al fatto che sono anziane e quindi insicure e che tutta questa espansivita' deriva dal fatto che in fondo si sentono sole e deboli ed hanno bisogno degli altri. Mi sono convinto invece, che questa differenza, questa anomalia tra "noi" giovani e quella generazione di vecchi (sto parlando dei vecchi che hanno vissuto la ultima guerra mondiale) sia piu' dovuta a fattori sostanziali che non accidentali o temporali. E' dovuta ad una differenza culturale che rende noi diffidenti ed indifferenti rispetto agli altri, anche ai nostri vicini, mentre rende loro vicini al prossimo ed aperti.
Mi ha fatto pensare anche quella affermazione di un bravo prete che raccontava della gente che si saluta sempre in montagna e non si saluta mai in citta'.
Ecco. Allora mi sono chiesto se le cose avrebbero potuto andare diversamente se invece di incontrare me, al bar di sotto, lunedi' mattina scorsa tu avessi incontrato la Maria od io mi fossi preso la briga di chiederti cosa c'era che non andava. Mi chiedo se in generale la nostra societa' potrebbe essere migliore se prendessimo esempio dalla Maria. Non lo so, ovviamente, e' solo una domanda retorica quella che faccio. Comunque credo che se ti avessi parlato, ed anche le cose fossero andate, poi, allo stesso modo, oggi sarei stato altrettanto triste ma avrei sentito un po' meno freddo.

martedì 21 ottobre 2008

Oggi poesia

Un racconto ai limiti della realta’, di Michele Romani (chi altri?) mi induce alla composizione di una poesia, alla Robertetti.

Poesia:
A Giordano

Se un giorno mi vedrete,
per strada,
semplice vecchio grigio,
con un cappello in mano

ed in me non riconoscerete,
quel potente che prima,
da teleschermi,
di parole vi inondava

allora sappiate
che non fui sempre
un semplice vecchio, grigio
e dal cappello in mano,
io fui Giordano!

O un sosia.

giovedì 2 ottobre 2008

giovedì 14 agosto 2008

La critica come metodo

Rompo un silenzio, che data del mio ultimo post alla mano è durato ben 2 mesi, sollecitato da un bel intervento di Marco Calamari del 1 agosto in cui mi sono imbattuto grazie ad una indicazione di Marco Tamanti.

Si tratta di una riflessione che termina con un appello all'uso critico della ragione nella valutazione delle leggi e dei mezzi di informazione che oggi ce le descrivono spesso in modo approssimativo se non adirittura propagandistico.
Ci sono 3 passaggi interessanti, che mi paiono decisamente attuali e di cui mi approprio, riportandoli qua.
Il primo: "Usare i roghi per esibire potere, distrarre la popolazione dai veri problemi e soddisfarla con spettacoli gratuiti a cui portare anche i bambini, è stato nel corso dell'ultimo paio di millenni un metodo efficace.
I roghi funzionano anche adesso. Non c'è più bisogno di approntare eventi eccezionali e sprecare mucchi di legna imbevuta con olio, costosa ed inquinante. Basta convincere la gente a sedersi in silenzio e stare ad ascoltare chi urla più forte."
Il secondo: "Le norme "pasticciate", "errate", "transitorie" sono uno dei mezzi con cui lo Stato (con la "S" maiuscola) rinnega il suo dovere di tutelare il benessere ed i diritti dei suoi cittadini.
Queste norme sono il mezzo in cui lo stato (con la "s" minuscola) tenta, con ogni mezzo a sua disposizione, di mantenere ed aumentare il controllo sui cittadini, con l'obbiettivo finale di renderli sudditi.

Non è cattiveria, è una tendenza naturale, che la separazione dei poteri serve a contrastare. Ma in Italia la separazione dei poteri, la dialettica maggioranza-opposizione sono dettagli."
Il terzo: "Caro lettore, non credi che la capacità di accettare l'assurdo o l'arbitrario solo perché lo dice la tv, perché lo ripete tante volte, perché lo fa ripetere da personaggi popolari, debba comunque avere un limite?
L'uso della logica è piuttosto impopolare, d'accordo, ma tutti coloro che la applicano quotidianamente facendo la spesa perché non possono farlo anche per una proposta di legge o una riforma annunciata?"

Ora è vero che siamo ormai distanti quasi tre secoli dall'età dei lumi, tuttavia mi chiedo se sia possibile che tanta parte dei membri della nostra società sia così poco avvezza dall'uso del criticismo come metodo quando si trova a dover esprimere giudizi sulle leggi e le regole della collettività.
E' mai possibile che manchi così tanto in noi un sentimento, una cultura sociale? Come mai sappiamo essere critici solo nelle valutazioni biecamente individualistiche, ad esempio: che "ciliegie compro"?

lunedì 26 maggio 2008

Da Fermi a Rubbia








A chi rimpiange l'abbandono di una tecnologia che fu "inventata" da un italiano, Enrico Fermi (esule pero' negli Stati Uniti perche', nella madre patria, Mussolini aveva promulgato le leggi razziali) ricordo che l'Italia ha anche un altro figlio illustre, il Nobel per la fisica Carlo Rubbia che invece, oggi, ci suggerisce di guardare
altrove.

Per comprendere, una buona volta, se convenga o no fare questo tipo di investimenti, propongo l'adozione immediata di una legge che permetta, a soggetti privati, la costruzione di centrali nucleari anche in Italia. Ma con un paio di condizioni:
1. Il vincolo che per gli impianti non debbano essere elargiti sovvenzionamenti o finanziamenti pubblici in conto capitale. Al massimo si riconosca la stessa tariffa agevolata per Kwh prodotto che viene oggi riconosciuta per incentivare il solare fotovoltaico.
2. Che sia il produttore privato che realizza la centrale ad accollarsi i costi di gestione e stoccaggio delle scorie, depositando, in anticipo, presso la Banca di Italia, l’equivalente attualizzato di questi oneri per il tempo di emivita delle scorie.

giovedì 22 maggio 2008

Forti con i deboli e deboli con i forti



Da un po', a tempo perso, beninteso, non vorrei dare l'impressione di impegnarmi troppo in attività tutto sommato futili, alla ricerca di una di quelle frasi sintetiche ma alquanto dichiarative che potesse distillare in sè la differenza tra la "nuova" sinistra e la "nuova" destra. Che cosa, al fondo, distingue la politica di una sinistra aperta al mercato e che crede nella competizione dalla destra?
Sono bastati pochi giorni del Berlusconi IV che, ecco, sono sato folgorato da questa semplice, essenziale didascalia: la destra è forte con i deboli e debole con i forti.
La sinistra ha provato (e purtroppo non ha sempre saputo) ad essere forte con i forti e debole con i deboli.

Chi sono i forti? Alcuni esempi dal punto di vista delle categorie che sono state interessate da provvedimenti tesi a contrastare alcuni dei loro privilegi sono le banche, le assicurazioni, i taxisti, i notai, i dipendenti (per certi versi) del pubblico impiego, la confidustria, gli evasori fiscali.

Chi sono i deboli? Sono in generale i piccoli consumatori, coloro che devono pagare il mutuo, coloro che devono competere contro imprenditori disonesti che non pagano le tasse o che hanno aiuti di stato a loro non riconosciuti, sono gli extracomunitari che non hanno commesso reati che sono espulsi per motivi razzistici quando altri invece rei, rimarranno perche' formalmente "in regola". Sono le vittime dei crimini.

Insomma sia chiaro, non esiste una linea netta di demarcazione tra buoni e cattivi. Allo stesso tempo lo stesso soggetto puo' essere parte dei buoni e dei cattivi, dei forti o dei deboli a seconda dei punti di vista dai quali lo si osservi. Non sarebbe corretta una generalizzazione classista in quanto ognuno di noi, in una societa' complessa ed articolata, ha tante nature.

Ripeto, grazie ad un amico che me la ha inoltrata recentemente, una bella frase che condensa in se' entrambe le cose di cui ho tentato di parlare in questo post.

"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare. "

Bertolt Brecht

martedì 6 maggio 2008

Vacanze italiane: ovvero del nostro palinsesto unico

Mi aggiungo alla massa dei commentatori del risultato elettorale del 14 aprile.
Non sarò nè originale nè tempestivo ne' sistematico od organizzato nell'affermare quello che segue. Sono pensieri sparsi, sfogo della mia rabbia e delusione.

La maggioranza degli italiani ha dimostrato, principalmente:

- di non credere alla proposta di rinnovamento del PD in termini di
discontinuita’ con la politica del governo Prodi e di discontinuita’ della classe dirigente rispetto a quella dei DS e Margherita;
- sicuramente di non credere che il problema "ambientale" sia una delle emergenza del nostro paese, piu' in generale del nostro tempo;
- di essere autenticamente “conservatrice” perche’:
* da una parte non ritiene prioritaria una politica riformista e riformatrice per il nostro sistema paese, cioè non pensa che si sia arrivati ad un punto critico oltre il quale potrà seguire una inarrestabile parabola discendente cui corrispondera' un reale arretramento del benessere materiale di tutti i cittadini ed esponenziale, rispetto a quello che gia’ purtroppo larghe fasce della societa’ hanno sperimentato negli ultimi anni. L'accoppiata Berlusconi-Tremonti promette, implicitamente, anche senza il bisogno di promesse e contratti che l'evasione fiscale sarà perdonata; al massimo condonata. Si potrebbe definire questa la politica del "liberismo dell'illegalità".
* dall'altra ritiene prioritario mettere in pratica delle politiche di conservazione delle rendite e delle posizioni. Quindi cede al richiamo protezionista della Lega che va contro la globalizzazione economica ed è a favore dei dazi, che guarda al federalismo fiscale come allo strumento per evitare la ridistribuzione della ricchezza su base geografica, che è xenofoba a cagione del problema della sicurezza e della concorrenza (sleale spesso) degli immigrati.
* ritiene invece che il Berlusconismo, possa costituire la soluzione palingenetica ai problemi di una economia non competitiva e di una società costituita da piccoli e grandi feudatari ciasuno arroccato a difesa delle propria rendita e posizione. Quindi non percepisce l’unico serio programma per una politica profondamente riformista (quello proposto dal PD che tentava di coniugare le tematiche dello sviluppo con quelle dell’ambiente) come una necessita' per dare a questo nostro paese una prospettiva ed una speranza.
Si vota al nord per la Lega, per la paura della globalizzazione economica (contro la competizione per il posto di lavoro di chi lavora in nero e (e magari e’ nero)), contro la paura dettata in larga parte dai sistemi di comunicazione di massa per “la sicurezza” che ancora si incanala verso l’odio razziale e per il diverso; crede al federalismo (anche, ma non solo, fiscale) che e’ funzionale, sperano, a togliersi dai piedi il vincolo di solidarieta’ con il sud improduttivo e parassita.
Si vota, al sud, per Lombardo (interessante il suo cv su Wikipedia) per avere invece l’assistenza statale, l’intervento pubblico, il posto pubblico garantito alla polveriera o nella nettezza urbana e affinche’ tutto sommato tutto vada avanti senza cambiamenti.

A questo punto mi chiedo se possiamo fare qualcosa di concreto noi della “sinistra” in senso lato per fare si’ che i nostri ideali e le nostre convinzioni programmatiche, le nostre priorita’ possano far breccia su questa societa', chiusa e sorda alle nostre istanze, non avendo a disposizione i canali di informazione di massa che non fanno solo informazione ma fanno piu’ profondamente ed in modo continuo l’opinione pubblica, il Zeitgeist del nostro tempo.

La vedo molto dura. Cosi' a sinistra Nichi Vendola o meno, che all'interno del centro sinistra Veltroni, Bersani o chiunque altro sia…

La realta’ non basta. Il problema, ormai da 30 anni, e’ la percezione della realta’. E la maggioranza degli italiani sta vivendo in un film trasmesso dalle reti del “Capo”.

Ancora sulle farmacie comunali

Aggiungo alcune ultime considerazioni sui recenti sviluppi della vicenda.
Anche il terzo bando e' andato deserto.
Ho dei dati ulteriori che risolvono alcuni interrogativi che erano rimasti aperti dal precedente post.
1) il guadagno netto annuale e' di circa 300.000 euro;
2) il guadagno e' la netto delle tasse;
3) i dipendenti comunali delle farmacie, nel caso di affitto di azienda seguirebbero l'azienda ceduta e quindi non sarebbero piu' a carico del comune.
Con queste informazioni ho aggiornato il foglio di calcolo excel e riassumo i risultati, ipotizzando un costo opportunita' del 5%, limitatamente ai primi 50 anni:
a) con un canone del 4% sul fatturato conviene la cessione d'azienda rispetto a non vendere se si offrono almeno € 2.555.829 contanti al netto delle imposte;
b) con un canone del 4.5% sul fatturato conviene la cessione d'azienda rispetto a non vendere se si offrono almeno € 2.327.630 contanti al netto delle imposte;
c) con un canone del 5% sul fatturato conviene la cessione d'azienda rispetto a non vendere se si offrono almeno € € 2.099.431 contanti al netto delle imposte.
Se il costo opportunita' e' minore (cioe' se non si riesce ad impiegare gli utile ad un tasso maggiore ad uguale del 5%) le cifre da pagare in contanti crescono fino a € 3.007.505 netti per un costo opportunita' del 4% ed un canone sul fatturato del 4%.
Ogni soluzione che non abbia questi valori minimi per la cessione dell'azienda non e' contabilmente vantaggiosa per il comune.

giovedì 1 maggio 2008

Si alla colonna infame!


Ma come si fa a sostenere le cose che ha scritto Beppe Grillo sul suo Blog a proposito della iniziativa di pubblicare su Internet le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani?
Sono assolutamente d'accordo con Doxaliber
Implicitamente, tra l'altro, il nome della iniziativa immediatamente attivata dal comico affanculante dimostra di ritenere che lo scopo reale è quello di mettere alla gogna chi deve vergognarsi di dichiarare quello che dichiara. Per questo ribadisco il mio sì alla Colonna Infame.

lunedì 28 aprile 2008

La curva di Hubbert


Mai sentito parlare delle curva di picco del petrolio?
Ecco alcune interessanti informazioni al riguardo:

Picco_di_Hubbert wikipedia
Picco_di_Hubbert ASPO Italia

Insomma non abbiamo tanto tempo per fare la cosa giusta.
Non credo proprio che partire oggi, da zero, in Italia, con l'opzione nucleare sia fare una buona scelta, visto che:
1. l'Uranio & Co. sono combustibili disponibiliin quantita' limitata e che seguirebbero la stessa curva di Hubbert:
"Negli ultimi anni (2001-2006) la richiesta mondiale di uranio è fortemente aumentata. Le cause vanno ricercate nella massiccia costruzione di nuovi reattori nucleari (28 cantieri inaugurati tra il 2000 e il 2005, su un totale di 442 reattori esistenti nel 2006; l'AIEA prevede altri 168 nuovi cantieri reattori entro il 2020) e anche nell'accresciuta domanda energetica dei paesi che utilizzano energia nucleare (soprattutto da parte di Cina, India, Corea del Sud, Russia, Giappone e Stati Uniti), che negli ultimi anni è arrivata ad eccedere l'offerta. Per soddisfare la crescente domanda molti paesi consumatori e produttori hanno iniziato ad intaccare le cosiddette fonti secondarie di uranio, ossia le scorte accumulate in deposito nei decenni precedenti."


2. utilizzarli come combustibili nucleari ha alti costi per la gestione e lo stoccaggio delle scorie radiattive;
.Carta di indentita' dell'Uranio

3. la adozione del nucleare non eliminerebbe la nostra totale dipendenza energetica dall'estero (non abbiamo nel nostro sottosuolo isotopi utilizzabili come combustibili per i reattori a fissione).

Credo che piano energetico che metta al primo piano eolico e fotovoltaico sia oggi una delle priorita' dell'umanita'

martedì 22 aprile 2008

Quel tizio che sa "guardare avanti" ad 84 anni suonati: Dyson Freeman



Segnalo un saggio interessante.
Our Biotech Future

In particolare mi piace questo passaggio:

I see a bright future for the biotechnology industry when it follows the path of the computer industry, the path that von Neumann failed to foresee, becoming small and domesticated rather than big and centralized.

Che mi pare importante perche' indica una strada che ha dato dei risultati meravigliosi ed e', forse, la "via virtuosa".

mercoledì 9 aprile 2008

Cattolica ed i Derivati

Per chi avesse perso la puntatata sui "Derivati" di Report (Rai 3) del 8 Aprile 2008.
Gli errori del passato e del presente ci insegnino a riflettere ed a cambiare per migliorarci profondamente.

Il testo integrale della puntata si può trovare qua:
Report 8/4/2008

venerdì 4 aprile 2008

Invece io sono qua per 'openpolis'

Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?

Si' e' vero questo gioco (peraltro simile al politometro di Repubblica) mi diverte. Pero' a prescindere dal risultato ho piu' di un dubbio "metodologico" sulla validita' dello strumento. Infatti non sono solo le dichiarazioni degli esponenti politici o i punti di programma che mi (ci) possono rendere "vicino" all'uno o all'altro partito. Io sono per il PD anche per la fiducia e la considerazione che ripongo nelle persone che costituiscono questa compagine (ad esempio perche' sono persone credibili e che si sono messe in gioco con le primarie, che hanno dimostrato di sapere esprimere una classe di politici di governo) lo sono perche' ci sono scelte di fondo che condivido e che pesano molto di piu' delle altre (invece nel quiz tutto pesa uguale). Lo sono nonostante, talvolta, su alcune dichiarazioni o punti programmatici il mio punto di vista sia diverso. Inoltre ogni strumento di questo genere e' nella sua implementazione inerentemente imperfetto anche nella ipotesi, che come dicevo prima e' disattesa, che tutti i fattori importanti siano tenuti in debita considerazione. E questo anche considerando chi lo ha realizzato in perfetta buona fede e neutrale (e c'e' invece chi dice che quello di Repubblica non lo sia ;-) ).
Quindi partecipare al quiz va interpretato come gioco, da farsi per il gusto della curiosita'. Ma non riduciamo la scelta per chi votare ad un quiz. E questo a prescindere dal fatto che il risultato ottenuto ci piaccia o no.

giovedì 27 marzo 2008

Politometro di Repubblica

martedì 18 marzo 2008

Cattolica e la vendita delle farmacie comunali

Nel seguito tento di elencare in modo il più neutro possibile alcuni dati di fatto raccolti tramite interviste, domande e documenti trovati in rete.


  1. Il Comune di Cattolica è titolare di due licenze per la gestione di farmacie.

  2. Nella città di Cattolica sono presenti, in totale, 4 farmacie ed un paio di parafarmacie, una ulteriore farmacia si trova nel territorio del Comune di San Giovanni ma è di fatto cattolichina.

  3. I due eserizi commerciali comunali sono localizzati (i locali sono in affitto) in zone di sicuro interesse commerciale (la prima nella zona turistica e l'altra in prossimità di un centro commerciale).

  4. Le due farmacie impegano 6 dipendenti comunali ed hanno un utile (al netto delle tasse) di circa 260 mila euro all'anno (2004);

  5. Il fatturato e' calato negli ultimi anni da 2.9 milioni di euro a 2.5 milioni di euro;

  6. I dati relativi alla prima ipotesi di vendita sono ben riassunti da questo documento: http://www.stradeaperte.it/Archivio/2006.2/index.php?articolo=02

  7. Siamo al terzo bando per la alienazione delle farmacie: http://perdavvero.googlegroups.com/web/AVVISO%20PUBBLICO%20-%20FARMACIE.pdf?gda=EsksA08AAAA-A0ZH8JixKq7PdR0vkyS4f_2Txfp9N8B539J4HAYdtGG1qiJ7UbTIup-M2XPURDTFGpwIQB9E83L3_DKpvMzrA7gMCqRlyj2QuqESxyjTsA

  8. Facciamo alcuni conti ragioneristici ipotizzando che il guadagno annuale delle farmacie rimanga costante nei prossimi 50 anni. Se si effettua l'attualizzazione di un flusso di incassi a rata costante di 260K€/anno per 50 anni al 4% (equivalente a tenere le farmacie senza venderle) si ha un valore attualizzato del guadagno delle farmacie di 5.585.368 euro. Ho pubblicato, a seguito del commento di Tama, un foglio excel contente alcuni scenari con i valori attuali risultanti a partire dall'ultimo bando: http://perdavvero.googlegroups.com/web/FarmaAttua_Ultimo.xls?gda=bUdsy0YAAADJiGQMT_DIxrLMckm22hNm6xVn3RFdDvORFpJ1uk2xPmG1qiJ7UbTIup-M2XPURDSLkq1lX_YF9kU--PaNJlMPGDlwM5PrZOeCCnvdp8dlMQ per chi non ha excel questo è il contenuto in valore del foglio di calcolo: http://perdavvero.googlegroups.com/web/FarmaAttua_Ultimo.htm?gda=1ZBHr0YAAADJiGQMT_DIxrLMckm22hNm7BEEP_rcI1PKc66mO_sezmG1qiJ7UbTIup-M2XPURDSLkq1lX_YF9kU--PaNJlMPHeb7xIFxvggPr3C8dIBV4Q
  9. Non sono determinati nel bando i termini del contratto di servizio ed i patti parasociali. Questo significa che l'eventuale partner privato effettua una offerta di acquisto senza sapere cosa effettivamente compra.

  10. Molti asseriscono che non ci sono attualmente reali ragioni di "carattere sociale" che giustifichino il mantenimento della proprietà delle farmacie in mano comunale.

  11. La vendita è stata fatta in unica soluzione per l'80% di tutte le farmacie comunali.

Alcune mie considerazioni:

  1. Premetto che non sono pregiudizialmente contrario alla vendita. Come si è più volte affermato, non vi sono delle reali ragioni "sociali" che richiedano e giustifichino che il Comune mantenga la gestione diretta delle farmacie comunali. Ad esempio le farmacie comunali non hanno la funzione di calmierare i prezzi (in certi casi sono più alti che negli altri esercizi commerciali privati. Ad esempio: il latte per noenati costa meno in alcuni supermercati). Le nostre farmacie non offrono un servizio necessario non altrimenti offerto da soggetti alternativi privati (ci sono altre farmacie e parafarmacie). A partire da queste considerazioni, credo che l'unico fattore che debba guidare la scelta se vendere o meno sia il mero calcolo economico. E qui pongo due domande: a) è conveniente vendere oggi le farmacie, b) è possibile determinare quali saranno le dinamiche che modificheranno nel futuro i ricavi delle farmacie?
  2. Al momento non mi pare che vi siano degli oggettivi vantaggi economici nella vendita delle farmacie secondo i criteri dell'ultimo bando, se le l'utile di questi esercizi commerciali sarà all'incirca invariante nel futuro e se l'utile annuo è di 260,000 euro al netto delle tasse. Come evidenziato dal calcolo attuariale, prescindendo dal fatto che i dipendenti delle farmacie rimarrebbero in carico al Comune e quindi rappresenterebbero un costo aggiuntivo per il bilancio comunale, costo che in questo momento è finanziato dall'incasso delle stesse farmacie, solo se il Comune riuscisse a strappare un prezzo di affitto di almeno
    € 2.331.141 e riuscisse ad avere un costo oportunità dle 5% ci sarebbe un pareggio rispetto a tenersi le farmacie.
  3. Oggi non mi pare si possa affermare che sarà certa una riduzione dei fatturati per le farmacie e questo per vari motivi: a) la popolazione italiana ha una età media elevata e quindi è prevedibile che il consumo dei farmaci non dimiuisca anche a fronte di un aumento del numero dei concorrenti. b) La concorrenza delle parafarmacie è stata già scontata. c) Le farmacie hanno una vasta fetta del loro fatturato che deriva da prodotti non strettamente farmaceutici (cosmetici e alimentari-integratori) che non avranno flessione. d) le farmacie godono del monopolio di posizione e le due comunali sono localizzate ottimamente. Comunque anche in uno scenario di calo del ricavo netto di questi esercizi avremmo valori attuali che calano sia per la soluzione "non vendiamo" che per la soluzione del "bando attuale", dove il grosso deriva dalla quota canone.
  4. La vendita viene fatta ancora al terzo tentativo, provando a vendere il tutto ad un solo partner e questo con due svantaggi: a) il fatto che il prezzo della base d'asta ostacola la partecipazione di più concorrenti all'asta invece di favorirla (è ovvio che più basso è il prezzo a base d'asta più è semplice trovare soggetti disposti all'acquisto); b) concentra nella mani di un solo soggetto almeno 2 farmacie su 5 a Cattolica; ed anche, molto probabilmente, visto che un pre-requisito per la partecipazione al bando è la presenza di un farmacista, va nella direzione di agevolare e non ostacolare la presenza di un unico soggetto che potrebbe controllare quasi completamente 3 farmacie (e forse 4 se arriverà la licenza ulteiore). Questo contravvendo alla logica di favorire la competizione ed evitare il monopolio di "posizione" locale nel settore.
  5. La reiterazione di bandi che non vanno a buon fine ha dei costi. Non ho capito, nel caso in cui l'asta non vada a buon fine chi si accolla il pagamento dell'advisor. Mi piacerebbe anche capire quanto l'advisor ha sin qui incassato a fronte di un nulla di fatto dal Comune.
  6. Se gli utili indicati sono al lordo delle tasse allora il discorso cambia al punto che la soluzione dell'ultimo bando sarebbe per il comune un ottimo affare (da un punto di vista puramente ragionieristico). Dal momento che il prezzo a base d'asta in questa ipotesi sarebbe molto superiore al valore necessario a rendere il canone annuo congruente al valore attuale del mantenimento della proprietà delel farmacie per intero. Ma in questo caso non mi soprenderei che nessun privato sia disposto a fare l'investimento.

La "bottom line" è che sono necessari ulteriori input e dati, anche solo per capire come stanno realmente le cose. E' fondamentale determinare se l'utile indicato è al netto delle imposte o no. Ed altrettanto importante è sapere qual è l'aliquota di tasse che il comune deve pagare sul prezzo corrisposto dal locatario della azienda.

Ho aggiunto altre considerazioni al commento di Marco Tamanti.