lunedì 26 maggio 2008

Da Fermi a Rubbia








A chi rimpiange l'abbandono di una tecnologia che fu "inventata" da un italiano, Enrico Fermi (esule pero' negli Stati Uniti perche', nella madre patria, Mussolini aveva promulgato le leggi razziali) ricordo che l'Italia ha anche un altro figlio illustre, il Nobel per la fisica Carlo Rubbia che invece, oggi, ci suggerisce di guardare
altrove.

Per comprendere, una buona volta, se convenga o no fare questo tipo di investimenti, propongo l'adozione immediata di una legge che permetta, a soggetti privati, la costruzione di centrali nucleari anche in Italia. Ma con un paio di condizioni:
1. Il vincolo che per gli impianti non debbano essere elargiti sovvenzionamenti o finanziamenti pubblici in conto capitale. Al massimo si riconosca la stessa tariffa agevolata per Kwh prodotto che viene oggi riconosciuta per incentivare il solare fotovoltaico.
2. Che sia il produttore privato che realizza la centrale ad accollarsi i costi di gestione e stoccaggio delle scorie, depositando, in anticipo, presso la Banca di Italia, l’equivalente attualizzato di questi oneri per il tempo di emivita delle scorie.

giovedì 22 maggio 2008

Forti con i deboli e deboli con i forti



Da un po', a tempo perso, beninteso, non vorrei dare l'impressione di impegnarmi troppo in attività tutto sommato futili, alla ricerca di una di quelle frasi sintetiche ma alquanto dichiarative che potesse distillare in sè la differenza tra la "nuova" sinistra e la "nuova" destra. Che cosa, al fondo, distingue la politica di una sinistra aperta al mercato e che crede nella competizione dalla destra?
Sono bastati pochi giorni del Berlusconi IV che, ecco, sono sato folgorato da questa semplice, essenziale didascalia: la destra è forte con i deboli e debole con i forti.
La sinistra ha provato (e purtroppo non ha sempre saputo) ad essere forte con i forti e debole con i deboli.

Chi sono i forti? Alcuni esempi dal punto di vista delle categorie che sono state interessate da provvedimenti tesi a contrastare alcuni dei loro privilegi sono le banche, le assicurazioni, i taxisti, i notai, i dipendenti (per certi versi) del pubblico impiego, la confidustria, gli evasori fiscali.

Chi sono i deboli? Sono in generale i piccoli consumatori, coloro che devono pagare il mutuo, coloro che devono competere contro imprenditori disonesti che non pagano le tasse o che hanno aiuti di stato a loro non riconosciuti, sono gli extracomunitari che non hanno commesso reati che sono espulsi per motivi razzistici quando altri invece rei, rimarranno perche' formalmente "in regola". Sono le vittime dei crimini.

Insomma sia chiaro, non esiste una linea netta di demarcazione tra buoni e cattivi. Allo stesso tempo lo stesso soggetto puo' essere parte dei buoni e dei cattivi, dei forti o dei deboli a seconda dei punti di vista dai quali lo si osservi. Non sarebbe corretta una generalizzazione classista in quanto ognuno di noi, in una societa' complessa ed articolata, ha tante nature.

Ripeto, grazie ad un amico che me la ha inoltrata recentemente, una bella frase che condensa in se' entrambe le cose di cui ho tentato di parlare in questo post.

"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare. "

Bertolt Brecht

martedì 6 maggio 2008

Vacanze italiane: ovvero del nostro palinsesto unico

Mi aggiungo alla massa dei commentatori del risultato elettorale del 14 aprile.
Non sarò nè originale nè tempestivo ne' sistematico od organizzato nell'affermare quello che segue. Sono pensieri sparsi, sfogo della mia rabbia e delusione.

La maggioranza degli italiani ha dimostrato, principalmente:

- di non credere alla proposta di rinnovamento del PD in termini di
discontinuita’ con la politica del governo Prodi e di discontinuita’ della classe dirigente rispetto a quella dei DS e Margherita;
- sicuramente di non credere che il problema "ambientale" sia una delle emergenza del nostro paese, piu' in generale del nostro tempo;
- di essere autenticamente “conservatrice” perche’:
* da una parte non ritiene prioritaria una politica riformista e riformatrice per il nostro sistema paese, cioè non pensa che si sia arrivati ad un punto critico oltre il quale potrà seguire una inarrestabile parabola discendente cui corrispondera' un reale arretramento del benessere materiale di tutti i cittadini ed esponenziale, rispetto a quello che gia’ purtroppo larghe fasce della societa’ hanno sperimentato negli ultimi anni. L'accoppiata Berlusconi-Tremonti promette, implicitamente, anche senza il bisogno di promesse e contratti che l'evasione fiscale sarà perdonata; al massimo condonata. Si potrebbe definire questa la politica del "liberismo dell'illegalità".
* dall'altra ritiene prioritario mettere in pratica delle politiche di conservazione delle rendite e delle posizioni. Quindi cede al richiamo protezionista della Lega che va contro la globalizzazione economica ed è a favore dei dazi, che guarda al federalismo fiscale come allo strumento per evitare la ridistribuzione della ricchezza su base geografica, che è xenofoba a cagione del problema della sicurezza e della concorrenza (sleale spesso) degli immigrati.
* ritiene invece che il Berlusconismo, possa costituire la soluzione palingenetica ai problemi di una economia non competitiva e di una società costituita da piccoli e grandi feudatari ciasuno arroccato a difesa delle propria rendita e posizione. Quindi non percepisce l’unico serio programma per una politica profondamente riformista (quello proposto dal PD che tentava di coniugare le tematiche dello sviluppo con quelle dell’ambiente) come una necessita' per dare a questo nostro paese una prospettiva ed una speranza.
Si vota al nord per la Lega, per la paura della globalizzazione economica (contro la competizione per il posto di lavoro di chi lavora in nero e (e magari e’ nero)), contro la paura dettata in larga parte dai sistemi di comunicazione di massa per “la sicurezza” che ancora si incanala verso l’odio razziale e per il diverso; crede al federalismo (anche, ma non solo, fiscale) che e’ funzionale, sperano, a togliersi dai piedi il vincolo di solidarieta’ con il sud improduttivo e parassita.
Si vota, al sud, per Lombardo (interessante il suo cv su Wikipedia) per avere invece l’assistenza statale, l’intervento pubblico, il posto pubblico garantito alla polveriera o nella nettezza urbana e affinche’ tutto sommato tutto vada avanti senza cambiamenti.

A questo punto mi chiedo se possiamo fare qualcosa di concreto noi della “sinistra” in senso lato per fare si’ che i nostri ideali e le nostre convinzioni programmatiche, le nostre priorita’ possano far breccia su questa societa', chiusa e sorda alle nostre istanze, non avendo a disposizione i canali di informazione di massa che non fanno solo informazione ma fanno piu’ profondamente ed in modo continuo l’opinione pubblica, il Zeitgeist del nostro tempo.

La vedo molto dura. Cosi' a sinistra Nichi Vendola o meno, che all'interno del centro sinistra Veltroni, Bersani o chiunque altro sia…

La realta’ non basta. Il problema, ormai da 30 anni, e’ la percezione della realta’. E la maggioranza degli italiani sta vivendo in un film trasmesso dalle reti del “Capo”.

Ancora sulle farmacie comunali

Aggiungo alcune ultime considerazioni sui recenti sviluppi della vicenda.
Anche il terzo bando e' andato deserto.
Ho dei dati ulteriori che risolvono alcuni interrogativi che erano rimasti aperti dal precedente post.
1) il guadagno netto annuale e' di circa 300.000 euro;
2) il guadagno e' la netto delle tasse;
3) i dipendenti comunali delle farmacie, nel caso di affitto di azienda seguirebbero l'azienda ceduta e quindi non sarebbero piu' a carico del comune.
Con queste informazioni ho aggiornato il foglio di calcolo excel e riassumo i risultati, ipotizzando un costo opportunita' del 5%, limitatamente ai primi 50 anni:
a) con un canone del 4% sul fatturato conviene la cessione d'azienda rispetto a non vendere se si offrono almeno € 2.555.829 contanti al netto delle imposte;
b) con un canone del 4.5% sul fatturato conviene la cessione d'azienda rispetto a non vendere se si offrono almeno € 2.327.630 contanti al netto delle imposte;
c) con un canone del 5% sul fatturato conviene la cessione d'azienda rispetto a non vendere se si offrono almeno € € 2.099.431 contanti al netto delle imposte.
Se il costo opportunita' e' minore (cioe' se non si riesce ad impiegare gli utile ad un tasso maggiore ad uguale del 5%) le cifre da pagare in contanti crescono fino a € 3.007.505 netti per un costo opportunita' del 4% ed un canone sul fatturato del 4%.
Ogni soluzione che non abbia questi valori minimi per la cessione dell'azienda non e' contabilmente vantaggiosa per il comune.

giovedì 1 maggio 2008

Si alla colonna infame!


Ma come si fa a sostenere le cose che ha scritto Beppe Grillo sul suo Blog a proposito della iniziativa di pubblicare su Internet le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani?
Sono assolutamente d'accordo con Doxaliber
Implicitamente, tra l'altro, il nome della iniziativa immediatamente attivata dal comico affanculante dimostra di ritenere che lo scopo reale è quello di mettere alla gogna chi deve vergognarsi di dichiarare quello che dichiara. Per questo ribadisco il mio sì alla Colonna Infame.