Parlero' di turismo.
Inteso come attivita' economica e produttiva. Nei luoghi in cui vivo, di fatto, la principale attivita' industriale.
Non me ne intendo, nel senso che non sono un esperto del settore. Eppure vuoi per i trascorsi famigliari (mio nonno aveva una pensione nella quale sono cresciuto da bambino con mia mamma che si divideva tra il bureau della reception e la cucina, con qualche occasionale passaggio a "fare le camere"), vuoi perche' comunque in quei 3 mesi che vanno da giugno a settembre anche i piu' refrattari tra di noi di turismo se ne devono occupare, penso di essermela fatta una idea sul turismo e sui turisti.
Infine la recente frequentazione, indotta dall'impegno "politico" mi ha in qualche misura fatto (ri)avvicinare ai settori imprenditoriali del turismo ed ai problemi che l'amminstrazione di una citta' turistica come Cattolica ha (o dovrebbe avere) .
Proprio ieri sera ho ascoltato con interesse un incontro pubblico sul turismo e me ne esco con qualche utile insegamento e qualche nota che vorrei condividere con i miei appassionati lettori.
1. La parola d'ordine e' sempre quella: "allungare la stagione". E' interessante pero' che questo allungamento non e' "la citta' viva tutto l'anno", bensi', per gli operatori del settore, il "vorremmo riempire il buco che va da Pasqua all'inizio di giugno" ( insomma 50, massimo 60 giorni ).
2. Se da una parte ci si lamenta perche' il governo centrale non finanzia interventi a favore dell'investimento nel settore turistico (legge 40 che non viene finanziata da 6 anni, per mancanza di erogazioni da parte del governo nazionale e perche' per il patto di stabilita' le regioni non possono finanziare delle poste di bilancio con mutui, quindi questi investimenti possono essere finanziati solo tramite le entrate da tasse) dall'altra parte ci si lamenta del fatto che agli operatori balneari sono stati aumentati i canoni di concessione. Ma allora come si dovrebbe finanziare l'investimento sul turismo? Questo atteggiamento mi pare molto incoerente. Mi piace ricordare come l'adeguamento dei canoni di concessione dei beni demaniali e' stato un provvedimento sacrosanto del governo Prodi che ha sanato (in parte) una ingiustizia che ha permesso di lucrare a molte aziende senza che queste avessero alcun rischio di impresa o facessero innovazione, bensi' semplicemente vivendo di rendite di posizione. (Alcune concessioni per gli stabilimenti balneari sono vendute a prezzi attorno al milione di euro ricorrendo ad escamotage visto che la vendita delle concessioni e' probita per legge). Dobbiamo continuare a permettere questo? Io credo che non sia giusto.
3. E' stato detto che per fare sopravvivere il nostro turismo dobbiamo valorizzare il vero contro il verosimile ed il fasullo. Su questo sono perfettamente d'accordo. Ma la domanda e' dove si e' nascosto il vero? Rimangono appena quattro pescherecci e un paio di ristoranti con gestori ottuagenari che sono "autentici". I ristoranti a Cattolica sono tutti simili, con i nomi diversi, si', ma che ricalcano i clichet dei ristoranti "fighi" che potresti trovare a Bologna o Monaco di Baviera o a Formentera. Tutte con la stessa identica aria di quinta hollywoodiana, senza nessuna autenticita'. Insomma anche l'Osteria da Bulin e' una finta osteria romagnola... Non avete anche voi questa impressione quando vi aggirate una sera di luglio per la via Dante o Carducci? Sempre gli stessi negozi con le stesse merci (cinesi) e gli stessi prezzi (cari). Non e' forse vero che per anni abbiamo inseguito una idea di rinnovamento che era semplicemente estetica e che ci ha portato poi a buttare alle ortiche quello che di davvero caratteristico avevano i nostri locali, i nostri negozi? Dove sono andati a finire i dancing, i forni, le botteghe: da Antonio, la Bella italia? Ora solo disco bar sul modello della movida spagnola, che ha poi copiato dagli standard anglo-americani.
4. Curiosa la realizzazione, fatta pare da alcuni operatori/amministratori, solo in questi ultimi tempi che siamo una terra di confine. E che quindi Pesaro e' piu' vicina di Rimini. Ci abbiamo messo 40 anni a fare questa scoperta! Cosi' abbiamo siglato un accordo, da pochi giorni, con la fiera di Pesaro che, benche' sia meno importante di quella di Rimini, potrebbe portarci piu' ospiti.
Beh, allora tanto per dare una mano e senza voler essere presuntoso, vorrei accelerare la scoperta di un giacimento di diamanti (e notate bene giacimento quasi intonso e non sfruttato) vicino al quale, il destino ha vouto che fossimo collocati. E non si tratta notate bene dell'ennesimo parco tematico di cartapesta che chiunque al mondo con un po' di soldini da spendere puo' mettere in piedi dall'oggi al domani, si tratta, anche questo di un bene vero, originale e non fasullo, che nessuno potra' rifare. Per non fare il misterioso si tratta di uno dei capolavori dell'architettura del rinascimento italiano: Urbino. Ebbene Urbino e' tanto vicino a noi (e noi siamo tra i piu' vicini della Romagna), quando distante in termini infrastutturarli (ci si mette 40 minuti ad arrivarci su strade mal servite) e poco sfruttata turisticamente (ad Urbino ci sono prevalentemente bed and breakfast e sono rimasti un paio di alberghi, per anni e' stata soltanto considerata come citta' universitaria.) L'aeroporto piu' vicino ad Urbino e' il nostro. Allora se davvero gli imprenditori del turismo cattolichino hanno voglia di destagionalizzare e di investire puntino con impegni diretti e con interventi sugli amministratori per avvicinare la Valconca ed il Montefeltro urbinate in modo tale da rendere vicino il nostro mare a questi bellissimi luoghi d'arte e di storia e ad offrire pacchetti soggiorno mare - citta' d'arte sul mercato internazionale e nazionale, facendo leva sulla bellezza architettonica della citta' di Raffaello e sulla capacita' ricettiva e di accoglienza del nostro turismo. Insomma capire che siamo sul confine significa capire che dobbiamo giocarci le nostre carte migliori anche sul tavolo della politica turistica delle marche del nord.
5. Ricordo la frase del presidente Monroe "sull'america agli americani", quindi traslando affermo: l'attivita' di imprendere agli imprenditori. Non e' il core business dell'ammistrazione comunale fare imprenditoria, nemmeno di supporto, nemmeno nel settore di punta dell'industria locale. E questo ancora meno nei momenti di crisi come quello che stiamo vivendo. Se gli imprenditori hanno bisogno e credo che ne abbiamo davvero bisogno di strutture (come luoghi per congressi e manifestazioni) allora devono essere capaci di rappresentare questa domanda ad altri imprenditori i quali, colta questa esigenza, possano tradurla in fatti. Insomma nessuno afferma che non si debba fare impresa e sviluppo, anche in termini infrastrutturali, quello che si dice e' che non si puo' prentendere che sia sempre il comune ed il pubblico a supplire laddove l'iniziativa privata e' inerte. L'esborso di danaro pubblico per iniziative faraoniche come il palacongressi di Riccione che poi vengono male o sotto utilizzate, significa impegnare risorse pubbliche a detrimento dei beni e dei servizi pubblici che invece, essendo sistematicamente ridotto il budget da parte nazionale non potranno che peggiorare in qualita' e quantita'. Chi allora dovrebbe fare investimenti per i beni ed i servizi pubblici? Gli imprenditori?
sabato 4 aprile 2009
Turismo: il vero, il verosimile ed il fasullo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento